La prima volta furono i partigiani comunisti che li uccisero tramite un’esecuzione esemplare, nel senso che resero ben chiara quale fosse la loro idea di liberazione: eliminare non solo i fascisti, ma pure tutti gli altri nemici con l’aiuto delle forze titine che si muovevano sul confine.
Ora tocca al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, che nel decreto che istituisce la malga di Porzus “bene di interesse nazionale”, definisce “controversa” la vicenda dei 17 morti appartenenti alla brigata Osoppo, di ispirazione cattolica, per mano dei gruppi gappisti guidati dal comandante Giacca, al secolo Mario Toffanin.
Era il 7 febbraio 1945, la guerra civile italiana attraversava uno dei momenti più cruenti e dolorosi. Ma quella di Porzus non fu una vicenda “controversa”. E tanto meno lo fu la sentenza. Fu odio politico. E peggio dell’odio, a 65 anni di distanza, c’è solo l’oblio.