Un’estate gettata alle ortiche. È quella che hanno trascorso i blogger democratici, giornalisti, ragazzi e gente comune che hanno disperatamente tentato di accogliere l’invito di Barack Obama perché sostenessero la sua proposta di riforma sanitaria, costata caro all’inquilino della Casa Bianca in termini di popolarità in tutti gli Stati Uniti. Il presidente americano aveva chiesto il loro aiuto perché smantellassero le bugie dei media tradizionali, ma la campagna si è rivelata un fallimento. C’è di più: social network come Facebook e Twitter mai come in questi mesi hanno registrato un’invasione ad opera di internauti conservatori. Così quella che doveva essere un’offensiva si è trasformata in una ritirata. Al punto che lo stesso Obama lunedì scorso ha detto di essere pronto a finanziare i giornali americani, travolti dalla crisi economica, perché «il buon giornalismo è assolutamente fondamentale per la democrazia». In realtà tenta di mettere un bastone tra le ruote ai nuovi media – come i blog – che l’hanno sommerso di critiche.
Eppure la sinistra americana è pronta a giocare al rilancio facendo leva sull’ambientalismo. E se Obama, durante la conferenza all’Onu, dice che siamo ad un passo dalla catastrofe naturale, dai blog democratici parte il tam tam per sensibilizzare gli americani ad un mondo pulito. Era già tutto scritto nell’agenda di Netroots Nation, movimento che raggruppa alcuni dei siti filo-democratici più cliccati, come l’onnipresente “Daily Kos”, e che poco più di un mese fa si è riunito a Pittsburgh, la città che ha ospitato il G20, al “David L. Lawrence Convention Center”, centro congressi classificato come un gioiello di eco-compatibilità. «Ogni settimana diversi scienziati ci descrivono come il global warming stia cambiando la vita sulla terra», avvertono ora i blogger, «e come le condizioni continueranno a peggiorare se non ci liberemo dei gas serra». Tra le organizzatrici della campagna c’è Kate Sheppard, reporter politica per “Grist”, rivista on line che si occupa di ecologia.
Fatica sprecata perché la blogosfera sta premiando le penne vicine ai repubblicani. Matt Lewis, firma conservatrice del sito PoliticsDaily.com, ha giustificato la nuova tendenza sostenendo che i repubblicani si sono liberati del «complesso di inferiorità verso il mondo on line» perché ai tempi in cui la blogosfera ha fatto capolino nel mondo politico, erano al comando. Ora che si trovano all’opposizione, ne stanno sfruttando tutte le potenzialità, muovendosi abilmente tra i blog e i social network anche per rilanciarsi come immagine, dopo i bisticci interni che hanno seguito la sconfitta alle Presidenziali di un anno fa. Una delle stelle nascenti tra i blogger conservatori è quella di Michelle Malkin, pronta a correre per il Senato alle elezioni di mid term del 2010 in Colorado. La 38enne Michelle, nel suo blog, si descrive anzitutto come «madre e moglie» che nasconde però un terribile segreto: «In verità, scrivo con la mano sinistra».
Il momento di gloria delle firme (digitali e non) della destra a stelle e strisce è stato sancito dall’ultima copertina dell’edizione americana della rivista Time, dedicata a Glenn Beck, commentatore politico sulla cui aggressività si è dibattuto a lungo: fa bene o male al clima politico americano? Beck di certo non le manda a dire. Durante un suo programma radiofonico, nell’ottobre 2006, ha risposto così ad un ascoltatore: «Buon per voi, avete un cuore, potete essere liberal. Ora, associate il vostro cuore al vostro cervello e potete essere conservatori».
Dario Mazzocchi, © Libero