Archivi del mese: marzo 2008

Berlusconi: noi siamo coerenti

  Fattuzzo sa che il Pdl è un ottimo biglietto da visita per il suo partito dei pensionati. E così faceva da trascinatore sul palco in piazza Mercanti questa mattina, invitando i suoi sostenitori ad applaudire e a sostenere a gran voce Silvio Berlusconi, che non ha esitato a calarsi nelle vesti di un pensionato pure lui. A suo modo, non perdendo l’occasione per fare complimenti alla Ravetto e alla Aprea, presenti sul palco. Tra la folla, c’è anche il casalingo Ignazio La Russa.

Ha preso la parola e ha aperto le due ultime settimane di campagna elettorale, affrontando il discorso delle pensioni e attaccando il rivale Veltroni, che si presenta come un volto nuovo, con in tasca già una pensione. E come lui l’alleato Di Pietro, simbolo delle manette facili che ancora piacciono alla sinistra. Ha difeso Alitalia, la cui perdita rappresenterebbe un danno per il turismo italiano. Ha ricordato la situazione difficile del paese, eredità del governo Prodi che, come ultimo autogol, ha lasciato l’inflazione più alta degli ultimi anni. La pressione fiscale elevata, la criminalità, il blocco delle opere pubbliche, la spazzatura di Napoli, i problemi legati all’immigrazione: è qui che il prossimo governo dovrà mettere da subito le mani.

E’ tornato sulla legge elettorale e sul voto utile. Ha chiesto di aiutare parenti e amici a capire bene dove votare, perché la scheda elettorale, così com’è, è una nuova trappola a favore del Partito democratico. Ha pronosticato vita breve tra i radicali mangiapreti e i cattolici baciapile. Infine ha ripreso il discorso del ’94, cosa già fatta più volte ultimamente: «Abbiamo introdotto una nuova moralità in politica: non solo quella di non rubare, ma di mantenere le promesse fatte». Sul presente ha dichiarato: «Siamo sotto un’unica bandiera, siamo una grande famiglia della libertà e della democrazia. Alla sinistra che ci accusa di fare sempre la solita campagna elettorale, rispondiamo che noi siamo coerenti. Noi siamo liberali, loro il contrario».

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Informazione di servizio

Ringo è stanco, nervoso, incavolato. Questo blog potrebbe risentirne.

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Diciamo che non mi sposto più di tanto

Rispetto a quello che diceva il test di Rep.

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

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Rialzati, Simone!

Fossi di Udine, voterei per lui, l’unico parruccone che mi sta simpatico. Per quanto sia compassionevole.

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Secondo Rep., sono lì

Dove? Qui.

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Giovannino, scrittore universale

Uno scrittore straordinario che ha creato personaggi veri e parlanti. Così Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura di Milano, ha definito Giovannino Guareschi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri a Palazzo Reale, in occasione dell’apertura ufficiale dei lavori per il centenario della nascita dell’autore parmense. Tra le manifestazioni in programma, una mostra a Castello Sforzesco, perché anche Milano è stata la città di Giovannino. Ci ha vissuto con la famiglia prima di tornare a casa sua, nella Bassa lungo il Po, quando lavorava per il Bertoldo prima e il Candido poi, collaborando anche al Corriere della Sera di Borrelli, con il quale ha intrattenuto un interessante carteggio che verrà pubblicato nei prossimi mesi.

«Don Camillo e Peppone sono come Renzo e Lucia. E come Tomasi di Lampedusa è riuscito a dare personalità ai suoi libri, non solo un’ambientazione e una atmosfera». Per Sgarbi Guareschi è anche degno di essere considerato un intellettuale, perché non appartiene ad un’unica categoria. Un intellettuale di destra, quindi non benvoluto.

Ha preso la parola anche Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma e del Comitato nazionale per le celebrazioni: «Dopo Verdi e Toscanini, con Guareschi si crea un altro collegamento tra Parma e Milano. Dal 2004 in Parlamento si sono avute iniziative trasversali per rendere omaggio a Guareschi e c’è stato il grande impegno dei comuni della sua Bassa, del suo Mondo piccolo». A Roncole Verdi, dove una volta c’era il ristorante dello scrittore, è stato avviato la sistemazione dell’archivio Guareschi, grazie soprattutto alla preziosa collaborazione dei figli Alberto e Carlotta, anche lei presente alla conferenza. La Pasionaria, protagonista delle vicende del “Corrierino delle famiglie”, ha ringraziato come sempre i lettori che hanno custodito la memoria del padre, senza dimenticarlo «perché gli hanno voluto bene».

Infine è intervenuto Guido Conti, che ha da poco presentato una biografia su GG dal titolo semplice e diretto, “Giovannino Guareschi – Biografia di uno scrittore”. Conti ha riassunto le inziative in programma per tutto il 2008 e ha ricordato il Guareschi inventore dei primi giornali umoristici, nonché autore radiofonico e poi di programmi per la televisione e sceneggiatore, al di là della saga cinematografica di don Camillo, Peppone e il Crocifisso che parla, un trittico inscindibile. 22 milioni di lettori, 380 edizioni, ora anche in russo: sono le dimensioni di un successo universale di uno scrittore che ha battuto, anche da morto, il silenzio della cultura italiana.

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Giovannino l’infaticabile

L’archivio Guareschi che si trova nella sede del Club dei 23 a Roncole Verdi è immenso. Nel vero senso della parola. Raccoglie fiumi di carta e di scritti dell’autore parmense, morto troppo presto, capace però di lasciare in eredità ai figli e ai suoi lettori pagine e pagine di poesia, racconti e articoli. In questi ultimi anni le attività del centro studi proseguono frenetiche in vista della celebrazioni per il centenario della nascita che cade, ufficialmente, il 1 maggio.

Oggi Libero ospita la presentazione dell’ultimo volume, in termini di tempo, da parte di Egidio Bandini, giornalista conterraneo di Guareschi. A fine maggio, infatti, sarà in libreria “Il grande diario”, curato dai figli Alberto e Carlotta, fedeli custodi della memoria paterna. E’ il racconto, il secondo, dell’esperienza di Guareschi nei lager tedeschi. GG infatti aveva già lasciato ai posteri il Diario Clandestino, con la vita all’interno dei campi di prigionia, riuscendo a strappare i sorrisi dei lettori che vengono immersi in una realtà colpevolmente dimenticata da storici e cultura. La realtà degli Internati militari italiani, quei soldati che dopo l’8 settembre 1943 non vennero meno al giuramento al re, preferendo la strada per la Polonia o la Germania all’adesione alla Repubblica sociale. Una resistenza silenziosa, ma non meno efficace. Il Diario clandestino racchiude in sé l’animo guareschiano, quello che riesce a sopravvivvere anche quando la vita sembra qualcosa di impensabile e lontana.

Guareschi voleva bruciare, disfarsi di questi ricordi. Non lo fece e ora Alberto e Carlotta li hanno recuperati. Come hanno recuperato, con la collaborazione di due giovani ricercatori, altre pagine inedite, compreso un romanzo incompleto ambientato durante la guerra anglo-boera. Il buon Giovannino fu sempre uomo infaticabile. Celebri, per chi lo ha conosciuto direttamente, erano le notti passate sveglie a scrivere per il Candido, tra tazze di caffé e pacchetti di sigarette. In quel mondo Candido, fatto di perseveranza e umiltà, c’erano il Mondo Piccolo di don Camillo e Peppone, il Corrierino delle famiglie, le Lettere al postero e altre rubriche che lo rendono lo scrittore italiano più tradotto e più letto al mondo. Al mondo grande.

Chi di dovere non gli ha mai reso giustizia. Però chi merita ha sempre la meglio alla fine. E questo 2008 renderà a Guareschi quello che la cultura italiana ha sempre tolto. Forse, è andata bene così.

Mostre e manifestazioni

19 aprile: apre alla Galleria San Ludovico di Parma la mostra “Giovannino Guareschi, nascita di un umorista”.

1-4 maggio: apertura ufficiale delle celebrazioni del centenario della nascita a Fontanelle di Roccabianca (Parma) con “Buon compleanno Giovannino”.

Giugno: festival “Mondo piccolo cinematografico”.

Giugno – settembre: a Bologna, “Giovannino Guareschi e il cinema”.

21-22 novembre: presso l’Università degli Studi di Parma, convegno internazionale “Giovannino Guareschi: un autore moderno”.

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Giullare di corte

Sarà anche una campagna elettorale smorta, ma sa regalare momenti di puro divertimento. Politico, si capisce. Ci ha pensato quest’oggi Massimo Calearo, la punta di diamante del Pd in Veneto, perché si sancisa definitivamente l’affetto di Uolter agli imprenditori.

Il Calearo oggi si è prestato alle domande dei lettori del Corriere.it e si è dato da fare per creare grattacapi ai suoi e, sembrerebbe presumibile, ai suoi colleghi di lavoro. “Il Pd è nuovo perché è l’unico partito che guarda al futuro, rompe gli schemi e ci porta in Europa con un progetto simile a quello di Blair”, ha detto. Così nella grande casa democratica non ci sono solo l’effige di John Kennedy e Barack Obama, ma da oggi pure quella dell’ex Primo Ministro britannico che è stato bravo a beneficiare dei frutti di Iron Maggie. Da pronostico, potremmo dire che lui, Calearo, sarà il prossimo Gordon Brown. Lui che dice di Bertinotti “ragiona come se ancora ci fosse il muro di Berlino”. Lui che invece guarda al 2009. Breve termine insomma.

Interrogato sulle coppie di fatto, taglia corto: “Meglio non parlarne”. E adesso il buon Uolter dovrà farsene una ragione: il paladino degli ultimi perché siano anche loro i primi avrà il suo bel da fare per assomigliare a Tony Blair. Ma il massimo il nostro Massimo lo dà quando taglia corto sulla sua presenza nel Partito democratico: “Un imprenditore non può votare per un partito non democratico, gestito da un capo. Allora guardo al Pd perché è l’unico vero atto di coraggio nel nostro sistema politico attuale, l’unico sogno che si può realizzare”.

Interessante disamina alla luce di quanto aveva avuto modo di dire poco prima: “Io sono nato imprenditore-padrone e sulla terra preferisco non avere altri padroni. Non avevo interessi ad entrare in politica, sono stato interessato dalla novità del Pd”. Lui non vuole avere padroni, eccetto l’amico Uolter, lui è uno che vuole fare per conto suo. Almeno pare di capire. Perché, solitamente, chi non vuole padroni vuole fare da sé. Forse per questo il Pd è anche il partito dei lavoratori: tranquillo operaio, qui comando io perché non voglio che nessuno comandi me, ma mi piace tanto comandare te.

Sì, è comprensibile che il discorso sia complicato, però che vi attendete da uno che, da uno a dieci, si sente vicino 9,5 al burocratico Veltroni e -3 dall’imprenditore Berlusconi?

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Come mi salvai dal rientro

Tratto Fornovo – Parma. Tutto bene fino ai cinque chilometri dal raccordo con l’A1, direzione Milano.

Per fortuna che si andava lisci, comunica dall’altra vettura l’amico che mi ha ospitato in collina a Pasquetta.

E che ne sapevo io? Hai visto anche tu che fino a questo punto si andava senza problemi.

Vediamo com’è sull’A1 e poi decidiamo.

L’A1 è pure lei una coda con i soliti imbranati che saltano fuori nei momenti meno opportuni. Uscita strategica a Fidenza, poi verso Soragna – Busseto. Non avessi letto Guareschi, non saprei nemmeno da che parte sta il nord. Strade provinciali nella sera di marzo, quelle che procedono dritte per chilometri e poi si incaponiscono in curve e curvoni che aggirano vecchie cascine ancora ben solide. Conti alla mano, guadagnata un’ora abbondante di strada.

Poi dicono che leggere troppo non serve.

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Buona Pasqua

A tutti voi e alle vostre famiglie.

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