Fattuzzo sa che il Pdl è un ottimo biglietto da visita per il suo partito dei pensionati. E così faceva da trascinatore sul palco in piazza Mercanti questa mattina, invitando i suoi sostenitori ad applaudire e a sostenere a gran voce Silvio Berlusconi, che non ha esitato a calarsi nelle vesti di un pensionato pure lui. A suo modo, non perdendo l’occasione per fare complimenti alla Ravetto e alla Aprea, presenti sul palco. Tra la folla, c’è anche il casalingo Ignazio La Russa.
Ha preso la parola e ha aperto le due ultime settimane di campagna elettorale, affrontando il discorso delle pensioni e attaccando il rivale Veltroni, che si presenta come un volto nuovo, con in tasca già una pensione. E come lui l’alleato Di Pietro, simbolo delle manette facili che ancora piacciono alla sinistra. Ha difeso Alitalia, la cui perdita rappresenterebbe un danno per il turismo italiano. Ha ricordato la situazione difficile del paese, eredità del governo Prodi che, come ultimo autogol, ha lasciato l’inflazione più alta degli ultimi anni. La pressione fiscale elevata, la criminalità, il blocco delle opere pubbliche, la spazzatura di Napoli, i problemi legati all’immigrazione: è qui che il prossimo governo dovrà mettere da subito le mani.
E’ tornato sulla legge elettorale e sul voto utile. Ha chiesto di aiutare parenti e amici a capire bene dove votare, perché la scheda elettorale, così com’è, è una nuova trappola a favore del Partito democratico. Ha pronosticato vita breve tra i radicali mangiapreti e i cattolici baciapile. Infine ha ripreso il discorso del ’94, cosa già fatta più volte ultimamente: «Abbiamo introdotto una nuova moralità in politica: non solo quella di non rubare, ma di mantenere le promesse fatte». Sul presente ha dichiarato: «Siamo sotto un’unica bandiera, siamo una grande famiglia della libertà e della democrazia. Alla sinistra che ci accusa di fare sempre la solita campagna elettorale, rispondiamo che noi siamo coerenti. Noi siamo liberali, loro il contrario».