Un commissario a pranzo con Guareschi

La buona fede non si discute, anzi va premiata. Quando il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, nel corso della missione in Italia ha detto che don Camillo e Peppone “sosterrebbero oggi il governo Monti”, meritava un applauso: non perché avesse ragione, ma perché ha dimostrato di conoscere un tale scrittore parmense che può vantare traduzioni in tutto il mondo. “Ho sempre amato la cultura italiana, da ragazzo leggevo i libri di Guareschi”: ha svelato Rehn che così facendo ha reso omaggio ad un autore a lungo trascurato dalle nostri parti. Il tempo è galantuomo.

È strano sentire un esponente politico – per lo più nemmeno italiano – scandire quel nome. Gli si può così perdonare la forzatura nell’interpretazione che ha dato alle vicende del parroco e del sindaco comunista perché difficilmente i due avrebbero appoggiato Mario Monti. Per il semplice fatto che Giovannino stesso avrebbe espresso dei dubbi. Non che Guareschi, se fosse vivo oggi, mancherebbe di dare credito al nuovo presidente del Consiglio. Ma le sue pagine sono piene di spunti che offrono una versione diversa da quella di Rehn.

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Una risposta a “Un commissario a pranzo con Guareschi

  1. Complimenti per la citazione, sono stato un grande estimatore di Guareschi.

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