Quanto ne sanno gli italiani di federalismo? E’ la domanda alla quale prova rispondere un’indagine condotta dalla Confcommercio interrogando un campione di più di mille connazionali: in generale, gli italiani hanno dimostrato di conoscere in cosa consista, anche se una larga fetta della popolazione non nasconde i propri dubbi a riguardo.
Il 61% degli interrogati ha affermato di sapere cos’è il federalismo, anche se solo il 16% ha detto di esserne informato in modo completo. Al contrario, il 22,5% ne conosce a malapena l’esistenza. E se il 62% è convinto che sia una priorità per il nostro Paese, il 59,5% allo stesso tempo ritiene che il federalismo rappresenti un vantaggio soltanto per alcune parti d’Italia. Un po’ come accade nel dibattito politico di questi mesi.
Quanti ne sanno qualcosa A dimostrare di saper padroneggiare meglio la materia sono gli uomini, mentre le donne hanno parecchi dubbi. Guardando ai dati invece dal punto di vista “generazionale”, sono preparati soprattutto gli italiani compresi tra i 35 e i 45 anni (in particolare la fascia d’età 45-54 anni), ma colpisce la bassa conoscenza tra i giovani (25-34 anni) e i giovanissimi (18-25). Geograficamente parlando, si sono dichiarati meglio informati sul federalismo i residenti nelle regioni del Nord-Est e nelle regioni meridionali, mentre ci sono lacune tra il Nord-Ovest e il Centro Italia, in particolare nelle grandi aree urbane.
L’utilità delle istituzioni Il sondaggio si è rivelato anche una occasione per scoprire quale utilità viene conferita dagli italiani ad istituzioni come le Regioni e le Province. Le prime non devono preoccuparsi, il loro “gradimento” è pressoché diffuso in tutto il Paese, mentre alle Province è stato attribuito uno scarso livello di utilità in termini di servizi e gestione della cosa pubblica nelle regione settentrionali. Un risultato bilanciato, solo in parte, dai giudizi dei residenti al Centro e nel Sud dell’Italia. Nelle aree metropolitane sono i Comuni gli enti locali più apprezzati.
Tasse Chi sarà però a trarre maggiore vantaggio da una riforma federalista? Il 75% ritiene che alcune Regioni subiranno dei disagi, ma c’è pure un 63% favorevole all’introduzione della fiscalità di vantaggio a beneficio delle regioni meridionali, il 27,8% pensa al contrario che la riforma possa rappresentare un vantaggio per tutto il Paese. Il 59,5% crede al contrario in pochi faranno fortuna. Il sostegno arriva soprattutto dagli abitanti del Nord, assai meno convinti chi vive tra il Centro e il Sud.
In merito alla pressione fiscale, la torta è divisa quasi equamente tra chi ritiene che il federalismo fiscale abbasserà le tasse (il 29,8%), chi pensa che invece comporterà un aumento (il 32,3%) e chi, infine, non si fa illusione ed è convinto che tutto rimarrà come prima (25,2%). Facendo le dovute somme, il 55% degli italiani ritiene che con il federalismo la pressione fiscale diminuirà o al massimo resterà al livello attuale.
Servizi Nelle intenzioni dei promotori della riforma, il federalismo dovrebbe assicurare una maggiore efficienza dei servizi al cittadino. I diretti interessati effettivamente credono che il federalismo migliorerà la qualità dei servizi pubblici (il 58,7%). Il 29,6% è di parere totalmente opposto, l’11,8% ne se l’è sentita di dare una risposta. Il dato molto interessante è che non si registra una differenza marcata per aree regionali tra chi è positivista. Infatti, sono molti anche i cittadini del Sud che concedono un’apertura alla riforma per quello che riguarda il miglioramento della qualità dei servizi pubblici.
Dario Mazzocchi, IFG On line